Pleiadi

«La Chioccetta per l’aia azzurra / va col suo pigolio di stelle.»

— G. Pascoli, Il gelsomino notturno.

La notte silenziosa, le luci spente – quasi ovunque – , l’insistenza del profumo dolciastro dei gelsomini a saturare l’aria, diurno dominio degli uccelli, ora governata dalle falene.
E lì, alzando lo sguardo al cielo, stelle vicine tra loro in un tremolio incerte, tanto quanto inesperti pulcini che seguono mamma chioccia.

In questo articolo:

Pleiadi: identikit

La “Chioccetta” che cita Pascoli è uno dei nomi con cui vengono indicate le Pleiadi, una manciata di stelle tutte vicine tra loro che impreziosiscono il cielo. Invernale, soprattutto.

Carta d’identità: Pleiadi, M45.

Le Pleiadi, anche note come M45 dalla classificazione di Messier, non sono una costellazione, cioè non sono stelle che la fantasia umana ha arbitrariamente raggruppato in un disegno: sono proprio un gruppo di stelle nella stessa regione di spazio.
Si sono formate tutte dalla stessa nebulosa e sono gravitazionalmente legate, cioè sono un gruppo fisico e non un semplice gioco di prospettiva.
Le Pleiadi appaiono ai più come sei stelle relativamente vicine ad occhio nudo, nonostante siano anche note come “sette sorelle” dalla mitologia greca. A dir la verità, con un cielo in ottime condizioni e una vista da falco, c’è chi è riuscito a distinguerne 14!
Ma con un binocolo le cose cambiano: quella zona di cielo si arricchisce di centinaia di stelle.

Stelle “in luce” e stelle nascoste

In realtà le Pleiadi, da bravo ammasso aperto, hanno più o meno un migliaio di stelle. Quelle che si vedono più facilmente, persino ad occhio nudo, sono le grandi e calde stelle bianco/azzurre. Sono stelle giovani e luminose, quindi si vedono dalla Terra anche dalla distanza a cui si trovano le Pleiadi, circa 443 anni luce secondo le ultime stime.

Nell’ammasso aperto delle Pleiadi ci sono però un grande numero di nane brune, stelle piccole con massa che è appena maggiore di quella di un grande pianeta gigante e fino a circa l’80% di quella del Sole. Le nane brune sono quelle stelle che si accendono per un soffio, cioè che hanno la minima massa per avviare la fusione nucleare che è la fonte d’energia di una stella.

Una culla (?) di bambagia

Il fascino dell’ammasso aperto delle Pleiadi però sta anche in quella elegante nebulosità in cui le stelle sembrano incastonate. Stavolta l’occhio umano non basta per vederla: meglio una fotografia con lunga esposizione. Cercando online si trovano belle foto di questo ammasso aperto, che ce lo mostrano in tutto il suo splendore.
Le nubi che sembrano circondare le stelle sono nebulose a riflessione: brillano di luce riflessa dalle vicine stelle.

M45, Pleiadi, G.Donatiello et al.

Si è pensato a lungo che queste nebulose a riflessione fossero il residuo dell’iniziale nebulosa da cui le Pleiadi si sono formate, ma studi recenti sembrano indicare che in realtà l’ammasso sta solo passando dentro una regione di spazio particolarmente ricca di mezzo interstellare, ovvero di quelle polveri e gas che si trovano nello spazio tra le stelle.
A conferma di questa teoria ci sarebbe una valutazione sul tempo: M45 ha un’età stimata dell’ordine dei 100 milioni di anni e, in questo intervallo di tempo, l’iniziale materiale da cui l’ammasso si sarebbe formato sarebbe stato spazzato via dalla pressione di radiazione delle stelle. In altre parole, le giovani e chiassose stelle blu delle Pleiadi hanno avuto tutto il tempo di spazzare la propria culla: se vediamo M45 immerso in nebulose, allora queste nebulose non sono l’originaria da cui esso deriva ma nebulose incontrate “per strada”.

Il destino delle Pleiadi

Per ora sono lì che viaggiano tutte insieme, passano dentro nubi di polvere e gas su cui riflettono la luce delle loro stelle più brillanti, vagano – in prospettiva – verso Orione e gli passeranno sotto i piedi.
Viaggeranno insieme ancora per un po’, si stima altri 250 milioni di anni, ma le interazioni gravitazionali in un posto affollato come una galassia non perdonano: passare non troppo lontano da altre stelle o dentro/nei pressi di nebulose o anche semplicemente in punti più densi dei bracci a spirale della via Lattea, farà in modo di smembrare l’ammasso nel corso dei milioni di anni. Insomma, niente “chioccetta” ad un certo punto, ma noi possiamo continuare a rimirarla in cielo per il resto della nostra vita.

Come trovare le Pleiadi in cielo?

Beh, l’orario dipende dal mese in cui ci si trova. (Oltre che dal luogo, ma io vivo a Bologna e parlo per le mie latitudini!)
In autunno bisogna aspettare la sera tarda, in inverno le si vede per gran parte della sera, in primavera diventano progressivamente meno visibili perché ormai troppo a ridosso del sole che tramonta.
Il trucco infallibile per scovare le Pleiadi è comunque sempre lo stesso: una grande e appariscente costellazione invernale, Orione.

Orione è quella caffettier… ahem, quel grande e forte eroe con clava e pelle di bestia in mano (almeno secondo la raffigurazione del software di mappa stellare che uso io).
È abbastanza facile trovarlo in cielo perché le sue stelle principali sono davvero luminose e perché ce ne sono tre in fila, apparentemente vicine, quelle che, nella fantasia, corrispondono alla sua “cintura”.

Alnitak, Alnilam e Mintaka, le tre stelle allineate nella cintura di Orione, sono un ottimo puntatore di due cose: Sirio, la stella più luminosa del cielo (Sole escluso, ovviamente) e le Pleiadi.
Proseguendo con lo sguardo lungo la linea immaginaria che passa per la cintura di Orione, in direzione di Alnitak, verso sinistra, si incontra Sirio; in direzione di Mintaka, verso destra, si incontra il gruppetto di stelle che cerchiamo. Trovando in tal modo la “chioccetta”, si passa con lo sguardo in prossimità di una stella, molto luminosa e più o meno arancione: Aldebaran, l’occhio del Toro.

Ok, difficile visualizzarlo leggendo… Guarda il video qui sotto: l’ho preparato apposta!

Curiosità

I Giapponesi chiamano le Pleiadi “Subaru“: è un termine che ti risulta familiare?
Sì, ricordi bene, è il nome di una nota azienda automobilistica.
Il logo della Subaru è una grossa stella con accanto cinque stelle più piccole: si rifà alle Pleiadi e rappresenta la fusione di cinque aziende minori nell’attuale Subaru, avvenuta dopo la Seconda Guerra Mondiale.


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2 pensieri riguardo “Pleiadi

  1. Grazie mille! Sto facendo questo argomento per la tesina di terza media e il tuo sito mi aiutato veramente molto!

    1. Grazie mille del commento Elisa: non c’è niente che mi faccia più felice di sapere che quel che scrivo è utile e apprezzato!
      In bocca al lupo per gli esami! 🙂

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