L’astronomia di Halloween

“Dolcetto o scherzetto?
Di Halloween sappiamo che è una festa che ha origini lontane, nello spazio e anche nel tempo. In Italia è una festa importata ed è adesso molto partecipata.
Sarà per l’atmosfera un po’ spaventosa che evoca, sarà perché amiamo travestirci da mostri e fantasmi e mangiare dolci, ma Halloween ha attecchito benissimo anche qui.

C’è una cosa che forse non sai di Halloween: cade in un momento molto particolare dell’anno. Non siamo a ridosso di un equinozio, né a ridosso di un solstizio. Ma allora?

Ecco, Halloween cade in mezzo!

Origini della festa, il legame con l’astronomia e il calendario, tutto nell’articolo di oggi!


Halloween: una festa celtica

Pare che Halloween tragga le sue origini da un’antica festa celtica, risalente almeno al VI secolo avanti Cristo.

I Celti erano un insieme di popoli indoeuropei, che nel periodo di massima estensione erano diffusi su un’area che andava dalle isole britanniche al Danubio e scendeva fino all’attuale Turchia.

Per i Celti l’anno era diviso sostanzialmente in due lunghi periodi, due macro stagioni principali: una calda e luminosa estate e un freddo e buio inverno.
Il loro capodanno non cadeva, come per il nostro, l’1 gennaio. Il capodanno celtico coincideva con la ricorrenza di Samhain (una parola che si legge più o meno saʊɪn e che potrebbe significare “fine estate”), festeggiata la notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre.

Samhain era l’occasione per festeggiare la fine del raccolto e per mettere da parte il cibo e le granaglie in preparazione dell’inverno.

Lo “strappo” celtico tra le stagioni

Ora, lo so che ti sto raccontando qualcosa che sembra non c’entrare nulla con Halloween, a partire dal nome. Ma continua a leggere, fidati.

Per i Celti il passaggio tra l’estate e l’inverno e poi quello inverso, tra inverno ed estate, non era indolore come per noi oggi.

Quel che noi registriamo come il normale e tranquillo passaggio da una stagione all’altra, al più ricordato da qualche google doodle a tema, per i Celti era una notte pericolosa, in cui era come se ci fosse uno strappo tra mondo estivo e invernale, tra mondo dei vivi e mondo dei morti, tra luce e tenebre.

Le anime dei defunti potevano tornare sulla terra dei vivi e causare qualche dispetto e piccolo danno. Da qui deriverebbe la consuetudine di travestirsi da fantasmi nella notte di Samhain: in questo modo gli spettri, quelli veri, non avrebbero notato gli esseri umani e non avrebbero fatto loro del male.

Era anche diffusa la credenza che dar qualcosa da mangiare alle anime vaganti le avrebbe tenute buone e rimandate più facilmente nell’aldilà. Da qui ha origine l’usanza di girare casa per casa per racimolare un po’ di cibo da offrire agli spiriti.

Comincia a essere chiaro, adesso, perché si pensa che Halloween derivi dalla festività celtica di Samhain?

Questa ricorrenza aveva un suo simmetrico, il 1mo maggio: Beltane (si pronuncia ˈbɛl.teɪn).
Beltane era la festa di transizione dall’inverno all’estate e il suo nome pare derivi dall’irlandese antico Beletene (letteralmente “fuoco luminoso”, “falò”). E infatti i falò rivestivano un ruolo importante, sia a Samhain, sia a Beltane.

Nella notte di Samhain un grande falò sacro veniva acceso, mentre tutti quelli domestici venivano spenti. Esso doveva spaventare gli spiriti e scacciarli più in fretta dalla terra dei viventi. Ogni famiglia andava poi a prendere tizzoni ardenti dal falò centrale per rinnovare la fiamma nel proprio focolare domestico.

Nella notte di Beltane il falò rituale aveva funzione benaugurale e il compito di purificare il bestiame che veniva portato lì in processione.

Da Samhain ad Halloween

Fu papa Gregorio III, nell’VIII secolo dopo Cristo, a scegliere il 1mo novembre come giorno dedicato alla celebrazione di tutti i santi, anche nota come Ognissanti, festività che noi festeggiamo tuttora. Il 2 novembre divenne quindi il giorno della commemorazione dei defunti.

La coincidenza temporale delle ricorrenze celtica e pagana di Samhain e di quella cristiana di Ognissanti pare abbia dato origine all’Halloween che conosciamo. Il termine Halloween deriverebbe infatti dall’espressioneAll Hallows’ Eve”, “vigilia (del giorno) di tutti i Santi”.

Era una di quelle mosse calcolate in cui la Chiesa sceglieva date di commemorazione cristiana in coincidenza di feste pagane, per sovrascriverne le ragioni e abbracciare un maggior numero di persone sotto il vessillo cristiano.

Pian piano, nelle culture direttamente o indirettamente influenzate da quella celtica, elementi pagani e cristiani si sono fusi a formare la festa in maschera che oggi conosciamo.

Ti lascio qui un brevissimo video di National Geographic per approfondire:

Il senso astronomico di Halloween

Come preannunciavo nell’introduzione, Halloween cade in un momento particolare dell’anno.

Siamo a metà strada tra l’ultimo equinozio, che cade tra il 22 e il 23 settembre, e il prossimo solstizio, che cade tra il 21 e il 22 dicembre.

Ora, se stai facendo i conti, sai che se dovessimo essere precisi una festività a metà tra equinozio di autunno e solstizio d’inverno dovrebbe cadere nella prima decade di novembre, non il 31 ottobre. Sulla data precisa del 31 ottobre ha però vinto una tradizione vecchia di secoli.

Non solo. Nel corso dei secoli cominciano a sentirsi gli effetti della precessione degli equinozi, un fenomeno per cui si accumulano sfasamenti tra i momenti in cui un certo fenomeno ciclico celeste avviene e la sua corrispondente data nel calendario.

Provo a raccontarti questo effetto in un altro modo.

Ai tempi della Samhain celtica, la notte tra il 31 ottobre e il 1mo novembre pare che si vedessero le Pleiadi alte sulla testa a mezzanotte. E infatti questo ammasso aperto era considerato dai Celti proprio come una porta per gli spiriti.
Adesso se vogliamo vedere le Pleiadi alte al culmine a mezzanotte dobbiamo aspettare…. indovina? metà novembre! (circa, dipende da dove guardiamo…)

Cross-quarter days

Allora vediamola così: ci sono quattro momenti peculiari in un anno, determinati dalla posizione della Terra Rispetto al Sole, e sono i due solstizi e i due equinozi.

Questi momenti di fatto dividono la durata dell’anno in quattro quarti. Nella cultura anglosassone esistono delle ricorrenze note come “quarter days”, che dividono l’anno in parti. Le date variano un po’ da popolo a popolo, ma sono circa a ridosso di equinozi e solstizi.

Tra ogni coppia di quarter days però si può trovare un punto medio, che viene definito “cross-quarter day”, che potremmo grossomodo tradurre come “a metà tra due quarter days.

Schema che mostra i due equinozi, i due solstizi e i punti a metà tra due successive coppie equinozio/solstizio. Questi punti sono i cosiddetti cross-quarter days.
Immagine: Nasa

La cosa interessante che voglio farti notare raccontandoti dell’esistenza dei cross-quarter days è che, volendo, esistono altri quattro momenti che possono essere presi come punto di riferimento per costruire un calendario. Proprio come hanno fatto i Celti col loro Capodanno in corrispondenza del quarto cross-quarter day, il 31 ottobre.

Ancora una volta però, parlando di calendario e ricorrenze importanti, non possiamo fare a meno di notare la stretta relazione tra segni in cielo e fatti della vita. Vediamo la corrispondenza tra passaggi più o meno figurativi tra una stagione e un’altra, o un anno e un altro, e nodi cruciali per la sopravvivenza di un popolo, come la fine del raccolto e la sua conservazione per i mesi freddi.

A questo punto penso tu abbia immaginato che anche Beltane, il 1mo maggio, segna di fatto un altro cross-quarter day. Te ne cito ancora uno: i Celti avevano Imbolg, il 2 febbraio.
Ti torna in mente nulla della nostra tradizione che cade il 2 febbraio? 😏


Immagine di copertina: il Sole con una faccia che assomiglia ad una zucca intagliata di halloween, crediti Nasa/Gsfc/Sdo.


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