Mercurio nella mitologia romana era il dio del commercio. E il messaggero degli dei. E il dio dell’intelligenza spregiudicata. E il dio dei ladri. E a volte il dio che accompagnava nell’aldilà i defunti. Insomma, Mercurio era dio di un sacco di cose! Cerchiamo di venirne a capo insieme in questo articolo 🙂
Mercurio, dio del commercio e messaggero degli dei, è una figura complessa, che deve le sue innumerevoli caratteristiche ad un’evoluzione contaminata da tante culture diverse.
Innanzitutto, se parliamo di Mercurio, stiamo pensando alla divinità romana. Per chi mastica un po’ di mitologia classica, è immediata l’associazione del romano Mercurio al greco Ermes (Ἑρμῆς, Hermês). Molte delle caratteristiche di Mercurio derivano infatti proprio dalla versione greca del dio. Non solo: ci sono in Mercurio anche forti influenze dell’etrusco Turms (𐌕𐌖𐌓𐌌𐌑 Turmś).
Ti racconto qualcosa su Mercurio e sui suoi tratti più o meno originali e quelli più o meno derivati da altre culture, ma ti racconto anche come lo definirei io – col senno di poi.
Origine di Mercurio
Figlio del padre degli dei, Giove, e della pleiade Maia (quindi nipote del titano Atlante), Mercurio non è uno dei cosiddetti Dei indigetes (dei indigeni). Gli dei indigeni erano le prime divinità del culto romano, spesso personificazioni di concetti astratti. Esempi di primitive divinità romane sono Abbondanza, Giano, Quirino, Volturno, ma anche Giove e Giunone.
Mercurio, al contrario, è una divinità acquisita successivamente, poi evolutasi per sincretismo con le assimilabili figure di Ermes e Turms.
Il sincretismo è una fusione di aspetti culturali provenienti da diverse culture e/o dottrine. Nelle religioni, questo fenomeno porta a divinità di un popolo in cui si distinguono e riconoscono chiaramente attributi della divinità di un altro popolo, con cui il primo è venuto a contatto. Per la stretta relazione tra antichi greci e antichi romani, molto spesso si trovano sincretismi nelle divinità romane, contaminate dalle caratteristiche di quelle greche.
Puoi leggere di un interessante e complesso sincretismo che dai culti siriani, passando per Grecia e Roma, arriva al cristianesimo delle origini nell’articolo sul Sol Invictus.
Mercurio, dio del movimento
Parto subito con una precisazione importante: non andare a dire in giro che Mercurio era il dio del movimento senza contestualizzare come sto per fare: è una definizione che sto inventando io adesso. E ti spiego perché secondo me è calzante.
Perché “dio del movimento”
Come anticipato nell’introduzione, questo Mercurio era dio di un sacco di cose. Ma, a guardarci bene, tutte queste cose avevano un dettaglio in comune, che secondo me è il movimento.
Poiché in Mercurio c’è tanto di Ermes, parto a descriverti questa divinità e i suoi attributi, illustrandoti la prima idea di Ermes che si è sviluppata dai Greci. Inizialmente Ermes era un dio pastore, che concede abbondanza alle greggi. Per questo motivo era spesso raffigurato con un agnello sulle spalle. Anche nel culto romano di Mercurio, l’ariete era uno degli animali a lui sacri.
Ora, i pastori sono nomadi: si spostano portando le proprie greggi al pascolo, tenendosi costantemente in movimento.
Da questo aspetto di Ermes deriva anche il suo ruolo di divinità dei confini. In Grecia i confini e gli incroci erano segnati da pietre, dapprima semplici poi scolpite, che si chiamavano erme – da qui, probabilmente, il nome Ermes.
Seguendo questa linea di pensiero, Ermes (e in conseguenza il Mercurio che ne prese le caratteristiche) divenne dio dei viaggiatori, che quei confini continuano ad attraversarli per spostarsi durante i loro viaggi. Viaggiatori, altra categoria di persone sempre in movimento.
A maggior ragione Ermes-Mercurio era protettore dei commercianti, che per lavoro erano sempre in viaggio. E infatti, parlando di etimologia dei nomi, Mercurio (Mercurius) probabilmente deriva dalla voce latina merx o mercator, che significa appunto mercante. Ora, pensaci un po’: i mercanti erano sempre in movimento, così come le loro merci.
Immagino sia chiaro dove voglio andare a parare e perché immagino Mercurio come dio del movimento. Ma non basta.
Perché “dio della velocità”
A forza di rappresentare e proteggere tutte queste persone (e merci) in movimento, Mercurio è riconosciuto anche come dio della velocità. Proprio in virtù di questa sua caratteristica, Mercurio aveva il ruolo di messaggero degli dei, per comunicazioni tra le varie divinità o tra divinità e mortali. Analogamente erano considerati messaggeri divini Ermes e Trums. Da messaggero degli dei a dio dell’eloquenza e della comunicazione il passaggio è breve, e infatti Mercurio era anche questo: protettore di chiunque comunichi. Sarebbe anche il protettore di chi fa il mio mestiere, suppongo 🙂
Dalla velocità fisica, passiamo senza indugio alla velocità di intelletto: Mercurio era anche il dio dell’ingegno, dell’astuzia, dell’intelligenza spregiudicata usata per i propri scopi. Da qui deriva probabilmente il fatto che Mercurio era anche il protettore dei ladri, che sfruttano l’intelligenza per i propri fini senza curarsi delle implicazioni. Ancor di più: unendo velocità di fisica a velocità di intelletto, il vivace Mercurio era anche dio della destrezza: altro motivo per cui si pensava proteggesse i ladri.
In ogni caso, nella mia testa persiste l’idea di Mercurio come un personaggio che presiede a tutto ciò che si muove e cambia, anche piuttosto velocemente: come nel caso in cui messaggi divini debbano essere trasmessi oppure una risposta ingegnosa debba tirare fuori dai guai o far perseguire i propri scopi.
Perché “dio della trasformazione”
Stando su questa linea di pensiero, Mercurio è anche il dio della trasformazione: una condizione che prevede che la condotta e le azioni di qualcuno si modifichino velocemente e prontamente per adattarsi meglio alle circostanze che cambiano.
Insomma, il dio del sapersela cavare in ogni situazione, se vogliamo. E non c’è niente di meglio, per cavarsela, di riuscire a restare flessibili e sapersi adattare a ciò che accade attorno a noi.
Anche in questo io ci vedo il concetto di movimento: una situazione, una persona, un’impresa,… che non resta immobile e monolitica ma che cambia di continuo, che si “muove”, che va avanti.
Mercurio, un gran burlone
Dalla descrizione fatta finora di Mercurio, dio “dal multiforme ingegno”, verrebbe da dire – rubando le parole che Omero usò per descrivere Ulisse –, non credo stupisca sapere che era anche un burlone.
Fin da pargolo appena nato, andava in giro a rubare per gioco oggetti alle altre divinità.
Uno dei primi furti riguardò la mandria di buoi del fratello Apollo, il dio del Sole ma anche della cultura e della sapienza, anch’egli figlio di Giove. Per non farsi scoprire, Mercurio girò al contrario gli zoccoli delle 50 mucche rubate, in modo che queste, camminando, lasciassero sul terreno impronte che puntavano nella direzione opposta al senso di marcia.
Apollo però, anch’egli dio dell’intelligenza, scemo non era – appunto – e intuì facilmente che il colpevole era il fratellino appena arrivato che si divertiva nel compiere la sua prima marachella. Per farsi perdonare, Mercurio donò ad Apollo lo strumento musicale che poi ne divenne simbolo: la lira. Leggenda vuole che un Mercurio appena nato abbia costruito la lira mettendo insieme un carapace di tartaruga vuoto, come cassa di risonanza, con delle corna di bue su cui si reggevano le corde dello strumento.
Puoi immaginare Mercurio come un adolescente che mette in moto tutta la sua destrezza, intelligenza e velocità per andare in giro per l’Olimpo – e non solo – a tormentare gli altri con le sue trovate. Per gioco.
Una volta cresciuto, Mercurio viene investito del suo ruolo di messaggero e accolto come uno dei 12 Dèi Consenti, l’equivalente romano degli dei dell’Olimpo.
… forse un po’ trickster
Potresti trovare Mercurio citato negli elenchi di personaggi “trickster”, anche se a mio parere è una definizione troppo forte. Il trickster è ruolo mitologico specifico, di un essere sovrannaturale che inganna uomini e dei. Una figura che, nella narrazione, spesso assolve al ruolo di “test” dei confini della moralità o integrità di un popolo. Un Loki, per intenderci.
Mercurio mi sa più di sano adolescente burlone. Tu come la vedi?
Attributi di Mercurio
Talari e petaso
Mercurio (come anche Ermes e Turms) è solitamente rappresentato con dettagli che simboleggiano e ricordano la sua caratteristica dell’essere veloce e sempre in movimento.
Ha le ali ai piedi, due piccole ali che spuntano a destra e sinistra di ogni caviglia. In alternativa, indossa sandali con ali analoghe, i talari. Talvolta ha simili alette anche sul capo o sul copricapo, il petaso: un cappello dalle falde larghe, spesso indossato da viaggiatori e contadini per proteggersi da sole e pioggia.
La simbologia di tutte queste ali è chiara: sono un rimando alla velocità del dio, che si occupava appunto di portare messaggi divini qua e là con estrema urgenza. Tuttora, quando vogliamo figurativamente descrivere qualcuno che si è spostato o ha corso veloce, diciamo che ha “messo le ali ai piedi”.
Caduceo in una mano…
Il caduceo di Ermes/Mercurio è un bastone, talvolta alato, attorno al quale sono avvolti due serpenti, simmetrici. In una versione del mito, il caduceo fu il regalo di Apollo a Mercurio, dopo che egli aveva ricevuto in dono la lira.
Spesso questo caduceo è confuso con quello con un solo serpente avvolto, che è però il caduceo di Asclepio/Esculapio, dio della medicina. Il caduceo a due serpenti è tuttora simbolo della farmacia, uno degli innumerevoli campi in cui si dilettava Mercurio. Mentre il bastone di Esculapio è il simbolo della pratica medica.
Il caduceo è letteralmente il bastone dell’araldo, cioè del banditore, del messaggero: il termine potrebbe derivare dall’espressione kērỳkeion skêptron, scettro, bastone dell’araldo.
In senso più ampio, il bastone con due serpenti avvolti rappresenta una sorta di equilibrio tra bene e male, corpo e spirito, vita e morte. Rappresenta bene l’ambiguità del dio Mercurio.
Pensa ad esempio all’eloquenza e all’intelligenza: possono essere usate a fin di bene, ad esempio nel riportare un messaggio in maniera chiara e non fraintendibile, ma possono anche essere sfruttate per ingannare il prossimo e raggiungere in maniera spregiudicata i propri scopi. Così contemporaneamente Mercurio è dio della comunicazione (che si suppone veritiera) e dell’inganno. Nello stesso modo è protettore di figure (che voglio immaginare) positive, come i commercianti, e negative come i ladri.
… quattrini nell’altra
Parlando di commercianti, Mercurio era proprio dichiaratamente anche dio del profitto. Per questo motivo, oltre a vederlo con un caduceo in mano, potresti spesso trovarlo con una sacchetta nell’altra mano o alla cintola, piena delle monete guadagnate nei commerci. O rubando, appunto: a Mercurio erano sacre entrambe le condotte.
Mercurio psicopompo
Interamente mutuata da Ermes e Trums è la caratterizzazione come psicopompo di Mercurio, cioè di accompagnatore e guida di anime dei defunti nell’aldilà. Una caratteristica che non esisteva nell’originale personaggio romano, prima della contaminazione con le altre dottrine.
Questa sua caratterizzazione è tuttavia molto coerente se ricordiamo che, nel suo costante e veloce movimento, Mercurio è anche divinità della trasformazione e del viaggio. Un’anima che lascia il suo corpo materiale per dirigersi verso l’aldilà sta subendo al sua trasformazione finale e allo stesso tempo compiendo il suo viaggio estremo.
Dedicati a Mercurio
Sicuramente conosci due cose che portano il nome di Mercurio: il pianeta e il metallo.
Mercurio, il pianeta, è il più vicino al Sole, il primo in ordine di distanza. Stiamo sempre parlando di qualcosa come 58 milioni di chilometri, ma è comunque il più vicino. Dalla Terra lo si vede andare a destra e sinistra del Sole che sorge o tramonta, nel giro di un paio di mesi. Quindi i popoli, anche antichissimi, sapevano che questo astro si muoveva veloce nei pressi del Sole in cielo: da qui deriverebbe forse l’aver associato questo pianeta al dio della velocità.
Come elemento chimico invece, il mercurio è quel particolare metallo che è liquido a temperatura ambiente. Esattamente quello che si usava nei termometri per misurare la febbre. È poi stato sostituito poiché, essendo metallo pesante e per giunta tendendo a dividersi in tante piccole goccioline, non era bene lasciarlo diffondere nell’ambiente ad ogni accidentale rottura di termometro.
Il mercurio veniva anche chiamato argento vivo in italiano o quicksilver (“argento rapido”) in inglese. In latino era l’hydrargyrum (il nome da cui deriva la sigla dell’elemento, Hg), che a sua volta deriva dal greco ὑδράργυρος hydrárgyros, composto da ὕδωρ, “hýdor” (acqua, nel senso di “liquido”) e ἄργυρος, “árgyros” (argento), quindi “argento liquido“.
Un elemento chimico che corre veloce e si trasforma, cambiando forma facilmente in virtù del suo essere liquido: non stupisce che porti il nome del dio del movimento, della velocità, della trasformazione!
Chissà se siamo riusciti insieme a dipanare i mille volti di Mercurio tra un paragrafo e l’altro di questo articolo. Capace e scherzoso, con alti incarichi eppure tendente alla marachella, nato come figura pastorale dell’abbondanza, evoluto fino ad uno dei più sottili delle 12 divinità principali: Mercurio, un dio che non smette di stupire.
Che ne pensi della mia definizione di “dio del movimento” 🏃? Scrivimelo in un commento qui sotto!
Immagine di copertina: Mercurio volante, Giambologna, bronzo circa 1580, Museo Nazionale del Bargello, via Wikimedia Commons. Mercurio era spesso rappresentato col braccio alzato a ricordare l’arte oratoria.