Quando il radioattivo non era pericoloso! – il viaggio a Chernobyl

Non potevamo lasciare la diretta “Quando il radioattivo non era pericoloso!” così, a metà, senza dare a Danilo la possibilità di parlare del suo viaggio a Chernobyl!

E allora, a una settimana (e un giorno) di distanza dalla prima live, ecco il secondo video.

Stavolta ancora più informale, ancora più partecipato, ancora più lungo del precedente.
Non vuoi dare un’occhiata?

Diretta del 25 aprile 2021.

Nella precedente puntata…

Nella chiacchierata precedente avevamo tirato fuori un mucchio di aneddoti storici che ci incuriosiscono riguardo la percezione del radioattivo nel corso dei decenni. Dal terrore di Anna Bertha Ludwig nel vedere la prima radiografia ai raggi X al mondo, che ritraeva la sua mano, ai presunti tonici miracolosi a base di radio.

Come siamo passati dall’uso smodato e sconsiderato di radiazioni ionizzanti e sostanze radioattive, al terrore del radioattivo che abbiamo oggi?

Abbiamo pensato alle bombe di Hiroshima e Nagasaki, alla conseguente corsa agli armamenti nucleari e, non meno tragico, agli incidenti avvenuti nelle centrali nucleari.

Finora solo due sono classificati col massimo grado di gravità, come incidenti catastrofici, dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica: Chernobyl (1986) e Fukushima (2011).

Com’è ora Chernobyl? Nel video ce lo racconta un… turista nucleare!

Il viaggio a Chernobyl

Perché visitare Chernobyl?

È una domanda che probabilmente avrebbe dovuto aprire la chiacchierata riguardo un viaggio a Chernobyl, invece non è pronunciata nel video.

Eppure la curiosità mi sembra legittima e volevo dar risposta. Quindi ho chiesto direttamente a Danilo. Con la consueta informalità che ci caratterizza.

«Dani’, ho una domanda seria: perché sei andato a Chernobyl?»

«Da quando ho sentito parlare del disastro in qualche modo quel luogo ha esercitato su di me un qualche tipo di fascino. Mia madre me ne ha iniziato a parlare che io quasi non capivo quello che diceva., – Danilo è del 1986, se hai seguito il primo video lo sai già, perché ci scherziamo su. Poi ho letto e mi sono documentato su quello che era accaduto e la curiosità di vedere una città completamente disabitata, dove l’uomo non poteva vivere è cresciuta.
Se ci metti che pian piano mi sono appassionato alla fotografia, diciamo che il gioco è fatto. Per un fotoamatore la zona di esclusione è un piccolo scrigno

Abbiamo scherzato anche sulle foto, soprattutto quella della bambola… Ma effettivamente esiste una sola Chernobyl al mondo – per fortuna! – e si può facilmente immaginare il fascino dell’unicità del luogo per un fotografo. O per un appassionato di fotografia.

«A fianco di tutto ciò c’è anche il desiderio di vedere qualcosa che quasi nessun altro ha visto e di capire esattamente cos’è accaduto. Da quando con mio fratello abbiamo scoperto che c’era la possibilità di fare visita alla zona di esclusione ci siamo detti che appena avremmo avuto la possibilità, quello era uno dei luoghi che volevamo visitare


Approfitto ancora per dire che ci siamo divertiti a fare queste dirette, grazie anche ad amici, colleghi e simpatizzanti che hanno commentato in diretta.
Non abbiamo chiacchierato con la stessa precisione formale che adoperiamo mentre siamo al lavoro, ma speriamo che proprio l’informalità abbia reso le due ore (e quaranta!) complessive piacevoli da ascoltare.

Hai un argomento scientifico che ti incuriosisce? Lasciami un commento qua sotto: noi ci stiamo prendendo gusto alle chiacchierate sulla scienza e sulla storia della scienza, ti potremmo rispondere live!


Foto in copertina: Photo by Peter Lam CH on Unsplash.


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