Prologo
Qualche sera fa fissavo con disperazione il cielo notturno dalla finestra della mia stanza. Non guardavo: aspettavo e speravo inutilmente che la temperatura scendesse sotto i 30°C consentendomi di prender sonno.
Non ho condizionatori in nessuna delle abitazioni tra cui divido le mie estati. E non per una ragione specifica, in realtà, ma perché ho dei ventilatori e sono brava a procrastinare.
Per un istante ho distolto lo sguardo dal cielo e ho fissato il ventilatore.
Oggetto meraviglioso nella sua semplicità. Sposta aria. Allontana dalla pelle il prodotto della traspirazione. Dà sollievo.
Lo stesso sollievo che deve sentire un pollo arrosto in un forno ventilato.
Torno a fissare il vuoto, che vuoto non era: era la volta stellata.
Da oltre una settimana mi riprometto di ritornare a scrivere i miei post su instagram e gli articoli sul blog. Ho mancato a molti appuntamenti per due mesi interi, perché mi sono dedicata alla progettazione e alla conduzione di campi estivi di robotica e programmazione per ragazzini e ragazzine delle medie.
Un lavoro che restituisce tanto, ma succhia energia. Quasi tanta quanto il caldo.
Adesso ho tempo per scrivere – sebbene in un posto poco silenzioso… – ma come si ritorna a scrivere dopo due mesi? Ricompaio all’improvviso come se nulla fosse e ti racconto una storia a caso?
Però vorrei anche raccontarti perché sono stata assente… ma la mia griglia IG non lo consentirebbe senza andare fuori tema.
Una timida e fugace folata di vento, debole quanto un soffio che spegne candeline di compleanno a tre metri da me, smuove il filo dei pensieri e improvvisamente mi costringe ad abbandonare il flusso di coscienza per mettere a fuoco il pezzo di cielo a sud che sovrasta la casa di fronte alla mia stanza.
Il Sagittario.
Geniale.
Banale.
Il Sagittario. Costellazione estiva estesa e facilmente riconoscibile. Messa lì a guardarmi con aria di sfida e a dirmi “ehi, devi parlare di assenza, lavoro in pausa, otium ed estate… Beh, guardami: sono io il tuo innesco!”
Sagittario, “colui che è munito di arco e frecce”, rappresentato come mezzo uomo e mezzo cavallo. Eppure non è il centauro più famoso della mitologia classica.
Chi è questo personaggio che mi sfida a raccontare di lui facendomi riprendere il filo delle mie pubblicazioni interrotte?
Sagittario: mitologia
In Grecia
Qual è il primo centauro che ti viene in mente? Il più famoso?
Se sai qualcosa di mitologia classica, probabilmente anche tu starai pensando a Chirone, l’unico centauro a distinguersi dagli altri per la civiltà, la benevolenza, la dedizione alle scienze. Maestro – stando alle leggende – dei più grandi eroi greci: Eracle, Giasone, Achille, Asclepio,…
Chirone ha una costellazione che gli è dedicata nel cielo, ma non è il Sagittario. Si chiama proprio Centauro. E te ne parlerò sicuramente in futuro.
No, il Sagittario è rappresentato come un essere mitologico metà uomo e metà cavallo, nell’atto di tendere l’arco in direzione dello Scorpione, ma non è Chirone. Non è nemmeno detto che sia un centauro in realtà. Potrebbe essere piuttosto un satiro, essere mitologico mezzo uomo e mezzo capra, ritto su due gambe.
Potrebbe trattarsi di Crotus, figlio di Pan, il dio satiro per eccellenza, e di Eufeme, la nutrice delle Muse. Era il mitologico inventore dell’arco e si narra che fosse imbattibile nella caccia a cavallo. La costellazione del Sagittario sarebbe praticamente una celebrazione del mitico Crotus e della sua destrezza a cavallo con arco e frecce.
In Mesopotamia
Possiamo spiegarla così, oppure possiamo dire che la costellazione del Sagittario è una delle più antiche: risalirebbe ai Sumeri. Costellazioni antiche sono state spesso riprese da popoli che si sono succeduti o che hanno vissuto l’uno accanto all’altro per un certo intervallo di tempo. Nella contaminazione culturale che ne è derivata, l’iniziale riferimento a volte è stato più o meno tenuto, a volte è stato via via modificato tanto da risultare del tutto sovrascritto.
Per le civiltà mesopotamiche antiche, ad esempio, le stelle del Sagittario rappresentavano il loro dio degli inferi Nergal, che era rappresentato anche come un centauro alato con due teste, una umana e una di pantera, e una coda di scorpione oltre a quella da cavallo.
Raffigurazione più o meno simile a quella greca classica quindi, ma con un’identificazione completamente diversa.
Sagittario: la costellazione
Estesa e con le stelle principali abbastanza brillanti, la costellazione del Sagittario è una di quelle che vale la pena conoscere e riconoscere in cielo.
Dall’emisfero nord della Terra si apprezza in tutto il suo splendore nelle notti d’estate.
Come ti raccontavo qualche paragrafo più in su, in questo periodo il Sagittario domina il cielo a sud, inseguendo un’altra bella costellazione estiva, lo Scorpione.
Anzi, tenendo conto di come è raffigurato il Sagittario, sembra quasi che la sua freccia, già incoccata sull’arco teso e pronta a colpire, tenga sotto scacco proprio lo Scorpione, pronto a fermarlo in caso di gesti avventati. Coincidenza? Oppure ad un certo punto le due storie mitologiche si sono fuse?
La Teiera
Non è infrequente che parti di una costellazione o anche parti di diverse costellazioni vengano associate ad altre immagini che non coincidono con le 88 costellazioni occidentali, ma vi si aggiungono. Queste nuove “figure” celesti si chiamano asterismi. Alcuni sono molto noti, altri un po’ meno. Uno dei più noti asterismi, rimanendo in tema di cieli agostani, è il triangolo estivo: lo conosci già? È formato dalle stelle più brillanti delle costellazioni del Cigno, della Lira e dell’Aquila.
Ti racconto degli asterismi perché nella costellazione del Sagittario ce ne sono ben due.
Otto stelle del Sagittario sembrano formare una teiera: corpo panciuto, manico, e beccuccio che casca proprio sopra la Via Lattea. Questa fortunata coincidenza aggiunge un effetto particolare: la teiera sembra anche fumante! Una zona densa e brillante di Via Lattea dà l’impressione di allontanarsi partendo dal beccuccio della teiera, come vapore che si alza bollente.
Il Mestolo del Sud
Chi non conosce l’asterismo del Grande Carro o Mestolo del Nord? Sette stelle della costellazione dell’Orsa Maggiore, in particolare la coda e l’anca dell’animale.
Forse meno noto è l’asterismo del Mestolo del Sud, che è formato da sei stelle della costellazione del Sagittario.
Aggiungo una nota curiosa che apprezzerai se, come me, sei fan non solo di astronomia e mitologia ma anche di manga e anime giapponesi.
Il Grande Carro o Mestolo del Nord è noto col nome giapponese di Hokuto ed è contrapposto al suo corrispettivo del Sud, noto col nome di Nanto.
Hai colto il riferimento? 😏
Sagittario: una freccia verso il centro galattico
Pur andando a cercare un bel posto in mezzo al deserto, o in cima a una montagna, insomma lontano dall’inquinamento luminoso che affligge i centri abitati e magari avendo la fortuna di farlo durante una notte tersa e serena, c’è qualcosa nella costellazione del Sagittario di importante che non puoi scorgere a occhio nudo.
La stella Alnasl, “la punta” in arabo, cioè gamma sagittarii o equivalentemente l’estremità sia della freccia del Sagittario sia del beccuccio della teiera, punta verso il centro galattico.
Il centro galattico, potremmo dire, è quello che uno si aspetta dalla sua denominazione: il centro attorno al quale ruota tutta la nostra Galassia.
Cosa ci sarà mai di tanto interessante nel centro della nostra galassia, mi chiederai?
Beh, il buco nero supermassiccio!
Sagittarius A*
Non è una condizione particolare, poiché si ritiene che la maggior parte delle galassie abbia un buco nero supermassiccio al centro, soprattutto se sono grandi. Così anche la Via Lattea.
Non è che lo abbiamo osservato direttamente, anche se ormai abbiamo la capacità di farlo, o, almeno, di fotografare cosa gira attorno ad un buco nero, proprio sull’orlo dell’orizzonte degli eventi oltre il quale la luce è intrappolata per sempre.
La collaborazione Event Horizon Telescope (Eht, Telescopio dell’orizzonte degli eventi) ha infatti pubblicato nell’aprile 2019 la prima foto in assoluto di un buco nero supermassiccio, si trattava di quello al centro della galassia Virgo A o M87.
La stessa collaborazione sta studiando anche il buco nero al centro della Via Lattea, che, trovandosi entro i confini celesti della costellazione del Sagittario, ne prende il nome: Sagittarius A* (abbreviato Sgr A*).
L’ipotesi che si tratti di buco nero supermassiccio viene da considerazioni dinamiche. Studiando le orbite di gas e stelle attorno al centro galattico si deduce che in poco spazio, un’area di diametro non oltre i 44 milioni di chilometri, deve trovarsi una massa di oltre 4 milioni di masse solari.
Nessuna stella, per quanto compatta ed esotica, può avere tali caratteristiche. Un oggetto del genere sembra proprio essere un buco nero. E non si tratta del genere “stellare”, ovvero quello che deriva dalle ultime fasi evolutive di una stella massiccia, ma di un buco nero di altro tipo, che è in effetti tipico degli ambienti ad altissima concentrazione di grandi masse, come solo i nuclei galattici possono essere.
Il buco nero supermassiccio nel centro della nostra galassia si trova a circa 26mila anni luce da noi. È un oggetto mostruoso che, sebbene sembra sia stato relativamente poco attivo negli ultimi secoli, è in grado di avere attorno a sé del materiale che ruota forsennatamente verso la sua fine e probabilmente di sparare dei getti a velocità relativistiche che si estendono per migliaia di anni luce. Questo è quello che fanno i buchi neri supermassicci, dopotutto!
Però dalla nostra confortevole casetta in riva ad un braccio di spirale della Galassia, lontano dal centro galattico e da tutti i suoi drammi energetici, possiamo stare tranquilli e rilassati: Sagittarius A* non ci dà noia.
Ultima curiosità. Il nome Sagittarius A* è stato coniato in un articolo del 1982 da Robert Brown, scopritore, insieme al collega Bruce Balick, del fatto che nella potente radiosorgente Sagittarius A si distinguevano tre diverse componenti, tra cui una molto compatta. Questa nuova componente della radiosorgente era “eccitante” per questo Brown la denotò con un asterisco, che di prassi indica gli stati eccitati degli atomi.
La costellazione del Sagittario resta una bella costellazione da osservare nel cielo estivo. Rincorre lo Scorpione a sud perennemente tuffandosi nella parte più ricca e spettacolare della Via Lattea (che si apprezza solo da cieli bui, però…). Risalendo il fiume celeste della Via Lattea, altre brillanti costellazioni non mancheranno di catturare la tua attenzione. Te ne parlerò.
Ma, nel frattempo, proverai a cercarle?